Se hai deciso di sposarti, e stai cercando un fotografo di matrimonio, allora potrebbe interessarti come si svolge il servizio fotografico di matrimonio visto dalla parte del fotografo: le nostre esperienze e il nostro modo di lavorare, come si è evoluta la fotografia di matrimonio, nonché alcuni utili consigli per scegliere il fotografo più adatto a te.
Fotografia di matrimonio: l’evoluzione
Negli ultimi anni la fotografia di matrimonio ha subito un cambiamento radicale.
Solo una quindicina d’anni fa, o poco più, chi cercava un fotografo per il proprio matrimonio non poteva fare a meno di entrare nel negozio del fotografo del paese, o di quartiere in città.
Lo stile fotografico era classico e molto posato ed erano pochi i fotografi che cercavano di proporre qualcosa di nuovo ed innovativo.
Il fotografo spesso diventava uno dei protagonisti nella giornata del matrimonio, dettandone i tempi e dirigendo sposi ed invitati per tutto il giorno. In alcuni casi la sua insistenza e le sue continue richieste di pose, che a volte sfociavano nel ridicolo, hanno contribuito a relegare la fotografia di cerimonia all’ultimo gradino della scala sociale della fotografia.
Poi arrivò Internet ed i social e, grazie alla condivisione, si è iniziato a guardare il lavoro dei fotografi stranieri, in prevalenza inglesi e americani, che proponevano uno stile diverso, più moderno.
Le pose diventavano più naturali ed emozionali, ma soprattutto prendeva sempre più piede lo stile fotogiornalistico, dove il fotografo aveva il compito di raccontare il matrimonio interferendo il meno possibile con gli avvenimenti della giornata.
Grazie a questo approccio il fotografo era in grado di catturare le vere emozioni degli sposi e ben presto i sorrisi e gli abbracci a comando lasciarono il posto ad immagini cariche di sentimenti autentici.
Una nuova era della fotografia di cerimonia stava iniziando.
Independent Pictures: lo studio fotografico
Nel 2008 abbiamo dato vita allo studio Independent Pictures.
Non sapevamo ancora quale fosse la direzione giusta, ma sapevamo che qualsiasi strada avessimo intrapreso avrebbe dovuto portarci verso una fotografia vera, autentica, che raccontasse una storia reale.
Il fotogiornalismo non poteva che essere la nostra direzione.
In quegli anni eravamo in pochissimi a proporre uno stile fotografico documentaristico e spesso ci trovavamo a discutere, su vari forum, con colleghi che mettevano in dubbio le nostre foto perché, secondo loro, non era possibile eseguire un servizio matrimoniale senza dirigere e far mettere in posa gli sposi.
All’epoca eravamo molto integralisti su questo aspetto ed il solo pensiero di mettere in posa qualcuno ci infastidiva terribilmente.
Con il passare degli anni e grazie allo studio, alla sperimentazione ed al confronto continuo, abbiamo lasciato che la nostra visione della fotografia di matrimonio ricevesse altre influenze esterne, in prevalenza dalla pittura, dalla moda e dal cinema, ottenendo così immagini naturali, ma con un maggior impatto emotivo.
Non abbiamo mai smesso di studiare, di provare, di sperimentare ed anche di sbagliare, perché tutti i successi nascono inevitabilmente dagli errori precedenti.
L’importanza del servizio fotografico di matrimonio
Il matrimonio è una giornata importante.
È uno dei giorni più belli nella vita di due persone che scelgono di passare insieme il proprio futuro.
Il matrimonio è anche una giornata impegnativa, sia dal punto di vista emotivo, sia dal punto di vista organizzativo.
Non a caso si inizia mesi prima a preparare ed organizzare al meglio ogni dettaglio.
Tutta questa organizzazione richiede necessariamente anche un impegno economico, a volte più contenuto ed a volte più importante, a seconda del tipo di evento che si vuole realizzare. Ognuno decide, in base al budget che si è prefissato, di investire di più o di meno su alcuni servizi piuttosto che su altri.
La domanda che ci si dovrebbe porre è: “cosa mi resterà davvero, nel tempo, di tutto quello che sto organizzando per il mio matrimonio?”.
Sottoponiamo ai futuri sposi la stessa domanda, quando li incontriamo. Chiediamo loro di pensare ad un matrimonio a cui hanno partecipato, da invitati, negli ultimi anni.
A questo punto proseguiamo con domande del tipo:
- che fiori c’erano in chiesa?
- come era vestita la sposa?
- cosa prevedeva il menù?
In genere, bastano queste tre domande per mettere subito in difficoltà la loro capacità di risposta. Eppure abbiamo posto loro tre semplici domande inerenti ai tre servizi economicamente più ingenti di un matrimonio.
Gli sposi che li hanno invitati hanno affrontato delle spese, anche importanti, per fiori, vestiti e catering. Come è possibile quindi non ricordarsi quelle cose?
In verità è del tutto normale dimenticarsene e più passa il tempo più questi particolari saranno dimenticati, anche se li viviamo in prima persona.
Alla fine, a distanza di anni, la sola ed unica cosa che davvero resterà di un matrimonio, tra tutti i servizi acquistati, sarà sempre e solo una: la fotografia.
Le fotografie sono la nostra memoria.
Non solo perché sono il ricordo di un momento, ma perché riguardare una fotografia, a distanza di anni, ci fa ritornare immediatamente alla mente ciò che abbiamo vissuto. Le emozioni che abbiamo provato.
Le fotografie non hanno tempo e sopravvivono ai soggetti ritratti, così come a chi le ha scattate.
Le fotografie di un matrimonio, nello specifico, sono un oggetto ancora più prezioso, perché un giorno verranno lasciate ai nostri figli, che a loro volta le mostreranno ai nipoti e alle successive generazioni.
Le fotografie sono, di fatto, la memoria storica di una famiglia.
Questo è il motivo per cui scegliere un bravo fotografo è importantissimo per avere un risultato degno di queste aspettative.
Perché scegliere un fotografo di matrimonio professionista
Rispetto ad una decina d’anni fa, oggi la tecnologia è diventata veramente accessibile a tutti. Sia dal punto di vista economico, sia da quello della facilità di utilizzo.
Questo aspetto vale anche nel campo fotografico.
Se una volta ottenere delle buone fotografie era appannaggio dei soli professionisti, oggi le moderne fotocamere, o addirittura gli smartphone di ultima generazione, consentono di ottenere immagini di buona qualità semplicemente puntando la macchina fotografica verso il soggetto e premendo il pulsante di scatto.
Ma allora che senso ha affidarsi ad un fotografo professionista per realizzare le foto del proprio matrimonio? Perché non affidare ad un amico, o un parente, magari con la passione per la fotografia, il compito di realizzare il servizio?
Ogni volta che ci formulano questa domanda, rispondiamo con alcune similitudini per chiarire al meglio il concetto.
Dunque, perché scegliere un fotografo professionista?
Tutti quanti abbiamo tra gli amici, o tra i parenti, persone appassionate di cucina, anche molto brave a preparare una bella cena il sabato sera.
Persone in grado di cucinare anche piatti di una certa complessità ed utilizzando magari strumenti da cucina professionali. E allora la domanda è: perché non affidare a loro il compito di cucinare per il matrimonio?
Si risparmierebbe molto denaro, anzi si risparmierebbe su quella che forse è la spesa più ingente nell’economia di un matrimonio.
La risposta è che disporre di strumenti professionali ed essere in grado di preparare dei piatti ad una cena tra amici, non rende quelle persone degli chef.
Perché lo chef ha dedicato la sua intera vita alla cucina.
L’ha studiata, la studia tutt’ora e la mette in pratica ogni giorno, per anni.
Per la fotografia il concetto è identico:
- Un fotografo professionista non si limita ad inquadrare una scena e a premere il pulsante di scatto
- Un fotografo professionista è in grado di capire quella scena, di analizzarla, di interpretarla e di riprenderla esattamente come l’ha vista nella sua mente, scegliendo le impostazioni adeguate della fotocamera per plasmare la luce della scena nel modo in cui lui desidera.
- Un fotografo professionista è in grado di farlo perché, esattamente come lo chef in cucina, è immerso nella fotografia 7 giorni su 7, h 24, tutti i giorni dell’anno.
Perché la fotografia è la sua vita.
Oltre all’aspetto tecnico e comunicativo, un fotografo professionista dispone di un’esperienza tale da essere in grado di affrontare ogni inconveniente a cui possa incorrere durante il servizio.
E credeteci, in 10/12 ore di servizio per tot. matrimoni all’anno, gli imprevisti sono molto frequenti!
Il giorno del matrimonio è unico ed irripetibile.
Davvero si vuole affidare questa enorme responsabilità ad una persona che non sia un professionista, che invece quella responsabilità la vive quotidianamente nel suo lavoro?
“Ok ma come è possibile allora scegliere il professionista giusto per me?”
Per rispondere a questa domanda vi suggeriamo di seguire i 10 consigli per scegliere il fotografo migliore per il tuo matrimonio
Il servizio fotografico di matrimonio
Pianificare il servizio
In questi dieci anni abbiamo eseguito centinaia di servizi, eppure la sera prima di ogni matrimonio sentiamo ancora dentro una sensazione di ansia e agitazione.
La stessa agitazione che uno studente prova il giorno prima di un esame, o uno sportivo prima di una gara importante.
A differenza di altri generi fotografici, la fotografia di matrimonio è l’unica tipologia di fotografia in cui ogni scatto è unico e non può essere ripetuto, quindi non sono ammessi errori o distrazioni.
Tutto deve essere preparato e pianificato alla perfezioni nei giorni che precedono il servizio: dalla logistica al timing della giornata, dal controllo dell’attrezzatura all’abbigliamento.
I Controlli
I controlli e le verifiche si susseguono fino a diventare quasi un rituale.
Per l’attrezzatura seguiamo un ordine ben preciso: iniziando a pulire le lenti dalla focale più corta per passare poi alle altre via via più lunghe.
Dopo aver pulito le lenti si passa alle fotocamere (pulizia sensore, sincronizzazione orario, impostazioni), alla formattazione delle schede ed alla carica delle batterie, comprese quelle di scorta.
Quando tutto è pronto, l’attrezzatura può essere riposta nella borsa seguendo anche qui una accurata disposizione.
Avere un iter preciso di controllo e posizione nella borsa aiuta a non saltare qualche passaggio, o a dimenticare a casa qualcosa che di sicuro ci servirà durante il servizio.
Creare un legame con gli sposi
Come se tutto questo non fosse già abbastanza, dobbiamo far fronte anche ad un altro pensiero, ovvero: essere pronti a mettere gli sposi a proprio agio, in modo che si abituino quanto prima alla nostra presenza, per essere più naturali possibile davanti alla fotocamera.
Con gli sposi italiani questo avviene in maniera più naturale, perché è possibile vedersi fisicamente ed instaurare già un rapporto nei mesi che precedono il matrimonio.
Con i clienti stranieri, spesso, non è ovviamente possibile incontrarsi e ci troviamo a conoscerli, e a presentarci per la prima volta, proprio il giorno del matrimonio.
In questo caso sta alla capacità personale di ogni fotografo riuscire ad entrare in empatia con gli sposi, per creare il giusto feeling.
Per esperienza il momento chiave per creare questo “contatto emotivo” con gli sposi è durante i preparativi.
Il lavoro del fotografo di matrimonio è anche quello di essere un po’ psicologo, per capire nel più breve tempo possibile la personalità della coppia e comportarsi di conseguenza adattandosi alla situazione.
La giornata del servizio fotografico di matrimonio
I preparativi
Tutto è pronto!
Attrezzatura, abbigliamento, scheda con orari ed indirizzi ed un piccolo kit di sopravvivenza alimentare (la giornata è lunga!). Un’ultima occhiata a tutto e si può partire.
La primissima parte del servizio, ovvero la prima ora dei preparativi degli sposi, è la parte psicologicamente più importante di tutta la giornata.
Questo è il momento in cui ci approcciamo agli sposi e non dobbiamo dimenticarci che per loro siamo poco più che degli estranei, che girano in casa loro, o nella loro camera d’albergo, in uno dei giorni più carichi di tensione della loro vita.
È importante quindi cercare di essere, appunto, un po’ psicologi e di cogliere immediatamente ogni sfumatura di umore percepibile.
Bisogna essere in grado di capire quando è il momento di poter stare vicino e quando è meglio fare un passo indietro, quando si può fare una battuta per alleggerire la tensione e quando, invece, è meglio il silenzio.
Una cosa molto utile è quella di iniziare ad eseguire qualche still life sui dettagli come il vestito, le scarpe ed eventuali gioielli, senza puntare subito l’obiettivo sugli sposi.
Questo farà sì che si abituino alla nostra presenza, in modo da poterci poi avvicinare a loro senza problemi.
La fase dei preparativi è uno dei momenti più emozionali della giornata e tra i più ricchi di spunti fotografici. È forse l’ultimo momento della giornata per lo sposo e la sposa di passare del tempo in intimità con la propria famiglia.
Abbiamo assistito a scene di vita incredibili durante i preparativi:
- un padre che si commuove vedendo sua figlia con l’abito da sposa
- due fratelli che si abbracciano dopo che uno ha aiutato l’altro con il nodo della cravatta
- una madre commossa che accarezza il viso di suo figlio pronto ad avviarsi alla cerimonia
Emozioni vere!
Per un giorno siamo dentro la vita di altre persone in maniera profonda.
Ne siamo spettatori e testimoni ed è sempre bene ricordarsi di quanto questi momenti siano importanti per loro… ma anche per noi fotografi.
La cerimonia
La cerimonia è il cuore della giornata del matrimonio ed è anche il momento in cui la nostra capacità di azione è più limitata.
Se la cerimonia è religiosa bisogna ricordarsi che il “padrone di casa” è il sacerdote e che quindi bisogna sottostare alle sue regole. È sempre cosa buona, prima della cerimonia, presentarsi a lui e sentire se impone delle limitazioni o dei vincoli.
Lavorando quasi sempre in due fotografi ed in luce ambiente, non abbiamo mai avuto grossi problemi.
Ognuno di noi può coprire un lato della chiesa ed ottenere un racconto completo muovendosi pochissimo. Nel caso serva cambiare lato è sufficiente farlo passando dal fondo della chiesa senza disturbare.
L’astio atavico che alcuni sacerdoti hanno ancora nei nostri confronti deve le sue origini da fotografi che, incuranti del luogo in cui si trovano, non esitano a salire sull’altare per scattare o che attraversano continuamente la chiesa, passando davanti e dietro al banco degli sposi.
Ci sono alcuni momenti nelle cerimonie religiose in cui è vietato scattare foto, ma probabilmente non tutti lo sanno.
Inoltre, negli anni passati, molti colleghi montavano sull’altare faretti a luce continua (rischiando un blackout per sovraccarico), o flash esterni che disturbavano la cerimonia ad ogni scatto con i loro lampi.
A difesa di questi ultimi, però, bisogna dire che anni fa non si disponeva della tecnologia delle attuali fotocamere ed era molto difficile poter scattare in luce ambiente.
È vero quindi che ci sono molti sacerdoti che impongono grosse limitazioni per partito preso, ma è anche vero che purtroppo alcuni fotografi non tengono in considerazione il luogo in cui si sta svolgendo la cerimonia e che in questo luogo, che piaccia o meno, bisogna rispettare certe regole.
Ci sono poi tante eccezioni e ricordiamo con il sorriso, ancora oggi, un sacerdote “unico”.
Ci trovavamo nella chiesa di Sant’Ambrogio a Milano (basilica molto importante), dopo esserci presentati al sacerdote gli spiegammo come avremmo lavorato e che avremmo cercato di muoverci il meno possibile.
Senza neanche farci finire di parlare ci interruppe e ci disse: “guardate, basta che non vi accendete una sigaretta sull’altare, potete fare ciò che volete” 🙂
Se la cerimonia è civile, invece, non si hanno in genere grossi problemi nel muoversi e scattare da qualsiasi posizione.
Il vero nostro nemico in una cerimonia civile è solo uno: il tempo.
Nel rito civile la cerimonia dura poco, pochissimo, 10 o 15 minuti al massimo. Bisogna quindi prestare attenzione e cercare di cogliere tutti i momenti senza perdersi nulla.
Il ricevimento
Terminata la cerimonia la tensione inizia ad allentarsi per gli sposi, per gli invitati ed anche per noi.
Inizia la fase della giornata di maggior svago e divertimento per tutti gli ospiti.
Generalmente, oggi, nell’organizzazione del ricevimento si predilige un aperitivo lungo (anche due ore), ed un servizio al tavolo di breve durata.
Questo permette agli invitati di poter chiacchierare con amici e parenti in piena libertà, disponendo anche degli ambienti esterni che la location è in grado di offrire.
L’atmosfera è più conviviale e si può godere di una libertà maggiore.
Anni fa, invece, il pranzo o la cena prevedevano molte portate e si costringevano gli invitati a restare seduti a lungo, con il rischio di annoiarli.
Di solito, durante l’aperitivo, proponiamo agli sposi di sfruttare questi momenti per eseguire delle foto di gruppo con famigliari ed amici (nel caso volessero farle) e per realizzare una sessione di ritratto con solo sposa e sposo.
Per questa sessione a noi basta una quindicina di minuti e poi gli sposi possono tornare dai loro ospiti che, intenti a godersi l’aperitivo, non ne noteranno l’assenza.
La sessione di ritratto
Durante la sessione di ritratto, l’obiettivo è quello di riuscire a creare una situazione di intimità ed interazione tra gli sposi.
La loro espressività, il loro naturale coinvolgimento, e quindi la buona riuscita della sessione, dipendono da questo.
Gli sposi non sono modelli professionisti ed è del tutto comprensibile che possano sentirsi in imbarazzo nel muoversi in un certo modo davanti ad una macchina fotografica.
La prima cosa da fare, per ottenere un buon risultato, è quello di allontanarci il più possibile dai loro invitati. In questo modo eviteremo che alcuni di loro possano fare battute o metterli in imbarazzo, rovinando l’atmosfera che faticosamente stiamo cercando di creare.
Per queste foto cerchiamo di sfruttare sempre la location senza portar via gli sposi.
Il primo motivo è che non si perde tempo in spostamenti ed in secondo luogo non lo troviamo rispettoso sia nei confronti degli sposi, che desiderano condividere il momento dell’aperitivo con i loro invitati, sia nei confronti degli invitati stessi, che si ritroverebbero senza i protagonisti della festa.
Durante questa sessione è fondamentale riuscire a contestualizzare le foto.
Lavorando con tantissimi clienti stranieri è d’obbligo, per noi, mostrare il più possibile il luogo in cui ci troviamo. Che sia il lago, la montagna, o la città, chi viene dall’altra parte del mondo ci tiene ad essere ritratto in posti in cui probabilmente non tornerà più.
Riguardare quelle foto, a distanza di anni, gli farà rivivere quei momenti e quei luoghi magici.
In fotografia la luce è uno degli aspetti più importanti e bisogna cercare di sfruttarla sempre al meglio, soprattutto durante queste sessioni di ritratto.
A volte, per motivi logistici o di organizzazione della giornata, il momento che abbiamo a disposizione per la sessione fotografica di ritratto con la nostra coppia di sposi non offre la luce adeguata.
Se ciò dovesse accadere, chiediamo agli sposi di concederci pochi minuti nel momento in cui riteniamo ci siano le condizioni di luce ottimali, come ad esempio un magnifico tramonto.
L’importanza dei dettagli
Lavorare sempre in coppia ci offre il grande vantaggio di poterci dividere e di seguire situazioni diverse nello stesso momento. Questo si traduce in una completezza maggiore del racconto della giornata e la possibilità, per uno dei due fotografi, di dedicarsi alle foto dei dettagli.
Saranno proprio i dettagli che renderanno davvero completo il racconto fotografico e che restituiranno “il sapore” del matrimonio, soprattutto nel caso di una futura realizzazione di un album.
Possiamo distinguere tre tipologie di dettagli su cui è bene prestare attenzione:
1. Abiti
Dettagli degli abiti e degli oggetti che gli sposi andranno ad indossare, come ad esempio dei gioielli o dei porta fortuna.
Questi dettagli sono importanti perché caratterizzano la personalità della nostra coppia, rendendoli unici.
2. Il Luogo
Sono i dettagli che caratterizzano il posto in cui ci troviamo e che identificano immediatamente la città, o il luogo geografico dell’evento.
In Toscana, ad esempio, non possono mancare i dettagli delle foglie di ulivo, i bellissimi pavimenti in cotto fiorentino, i cipressi e le pietre delle facciate dei casali. In Costiera Amalfitana, invece, sono d’obbligo i limoni e le coloratissime piastrelle in maiolica a decoro delle case.
È importante quindi avere un occhio di riguardo al contesto. È proprio quel contesto che ha fatto decidere alla nostra coppia di sposarsi in quel determinato luogo. Avranno quindi sicuramente piacere di rivivere quei posti attraverso le nostre immagini.
3. Allestimenti e decorazioni
È sempre bene prestare attenzione all’allestimento della cerimonia, solitamente abbellita da composizioni floreali, talvolta particolarmente ricco ed importante.
In particolare, però, è bene concentrarsi sui dettagli degli allestimenti del ricevimento, con un occhio di riguardo alla zona in cui si svolgerà il pranzo o la cena.
Questo aspetto è molto importante perché certi dettagli e certi allestimenti non saranno mai visti dagli sposi nella loro completezza, se non attraverso le fotografie.
Di solito, gli sposi arrivano nella zona adibita al pranzo/cena (in interno o in esterno che sia) quando tutti gli invitati si sono già accomodati. Non sarà quindi possibile per loro avere una visione d’insieme degli allestimenti quando la zona è vuota.
I discorsi / speeches
Lavorare spesso con clienti stranieri ci ha dato la possibilità di conoscere, e di vivere di persona, usanze e tradizioni tipiche dei vari paesi del mondo, passando da balli tribali africani a whisky e cornamuse scozzesi, fino alle cerimonie del the cinesi.
Una delle tradizioni che accomuna molti paesi stranieri, in prevalenza anglosassoni e del nord Europa, sono gli speeches, ovvero i discorsi che vengono fatti a tavola durante il banchetto.
Non sono delle semplici parole che vengono dette tanto per far scaturire l’applauso generale, come può accadere qui in Italia, ma sono veri e propri discorsi emozionali a cui viene data così tanta importanza che, non di rado, si vedono persone profondamente commosse.
Lo sposo, ad esempio, scrive il suo discorso e lo custodisce gelosamente nella tasca della giacca per tutto il giorno.
In genere gli speeches sono almeno tre e vengono pronunciati dal padre della sposa, dallo sposo e dal “testimone dello sposo”, seguendo una determinata tipologia di racconto:
- Il padre della sposa racconta episodi e aneddoti dell’infanzia di sua figlia, a volte toccanti e a volte divertenti.
- Il discorso dello sposo è invece incentrato sui ringraziamenti alle famiglie, agli invitati, a chi non ha potuto partecipare alle nozze, ai testimoni e allo staff che sta lavorando.
- Al “testimone dello sposo” (best man), che di solito pronuncia l’ultimo discorso, spetta invece il compito più importante, cioè quello di divertire. Il suo discorso ricorda le situazioni più simpatiche e spassose trascorse insieme allo sposo, che spesso sono anche le più imbarazzanti.
Il momento degli speeches va ripreso fotograficamente con parecchia attenzione, sia nei confronti di chi parla, sia nei confronti delle persone a cui è rivolto.
La festa
La festa è sempre il momento più piacevole della giornata.
È il momento in cui gli invitati si slacciano la cravatta e le signore si sfilano i tacchi, abbandonando gli imbarazzi e le etichette di rito. Da qui inizia per tutti il divertimento, quello vero!
Anche per noi fotografi è il momento più coinvolgente, nel quale ci troviamo a fotografare volti sorridenti e la gioia degli invitati e degli sposi stessi, complice anche qualche drink in più!
La festa è spesso intrattenuta da un DJ o da un gruppo musicale che suona dal vivo. A loro spetta il compito di coinvolgere gli invitati in balli e canti fino a tardi.
Noi adoriamo buttarci in mezzo alla mischia e riprendere in maniera ravvicinata il divertimento generale e, spesso, veniamo coinvolti in abbracci e balli dagli invitati, con i quali ormai si è creato un legame.
È un peccato che a volte alcuni fotografi non si fermino per riprendere questi momenti, noi crediamo invece che siano una parte importante da documentare e da inserire nel racconto fotografico.
Al termine della giornata si rientra a casa stanchi, ma soddisfatti. Per un’intera giornata siamo stati dentro la vita di alcune persone, ne abbiamo visto i lati più fragili, più emozionanti e più divertenti.
Ora possiamo riposare anche noi… ma solo fino al prossimo matrimonio!
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